IL FASCINO DI TAORMINA

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A Laura Nangano

Un pomeriggio, mantra stavo indagando su cose riguardanti gli ebrei nella Sala Cervantes della Biblioteca Nacional di Madrid, Laura Nangano, una bella giovane dai capelli dorati, con it migliore dei sorrisi, mi suggeri di scrivere su Taormina, paradisiaco luogo siciliano della Magna Grecia, meta di uno dei suoi viaggi.

La Sicilia. Selinunte. Segesta. Agrigento… Taormina. Che bei nomil Taormina… Ripeto questa parola e una serie di ricordi, alcuni vissuti, altri letterari, Si susseguono tumultuosamente e allegramente nella mia inemoria. Taormina, l’antica Tauromenion, la «vecchia montagna del Toro» che, abbarbicata su una collina, domina uno dei paesaggi pia belli che un mortale possa contemplate. Locality turistica di enonne interesse, durante l’anno accoglie con ospitalita un’enon-ne quantity di viaggiatori, soprattutto durante la stagione estiva. Oh, l’alba di Taormina ancora illuminata dalla lunal Queste albe che profumano della resina degli alti cipressi in un mare di acque argentee… II meraviglioso teatro greco con una vista da sogno sul monte Etna, che in un soave rigurgito, proietta i suoi vapori nell’azzurro orizzonte. Cose e avvenimenti, questi, che impressionarono tanto la bella Patricia e Manuel Matamoros, amici sensibili e intelligenti, dopo aver realizzato un lungo e approfondito giro turistico lungo Ia penisola italiana, secondo panto mi raccontano.


Cosa hai di cosi. speciale, Taormina, che ii tuo solo nome evoca ii piacere di ricordarti ed amarti, dimostrando come ê possibile per gil uomini godere di quel sentimento chiamato allegria, l’allegria effimera vincitrice del tempo e dei suoi scampi?
Ma soffenniamoci su alcuni dettagli storici. 1 moriumenti the i romani eressero a Taormina risaigono all’epoca dell’Impero, quando la cilia avevaraggiunto ii suo apogeo. Uno splendore, questo, dovuto non solo alla posizione privilegiata e alla benignity del suo clima, che la resero ii luogo di svago privilegiato da molti patrizi che vi costruirono I loro palazzi, e all’ubicazione topografica che le assegnava un’importanza militare decisiva, tha anche alla finezza dei suoi marmi e alla squisitezza dei suoi vini vulcanici dal caratteristico retrogusto di ferro. Ed a, forse, proprio per questa. ultima caratteristica che suite sue monete e impressa i’effigie di Bacco.

(iii scavi archeologici hanno dato prova della presenza degli ebrei popolo del Libro- in Sicilia net period() romano, soprattutto a Catania, Siracusa, Noto, Cittadella, ecc… Esistono anche riferimenti agli ebrei siciliani sotto i saraceni, la cui invasione colpi terribilmente gli abitanti di Taormina, che furono uccisi senza. pieta. Le coinunita ebraiche dell’isola ricoprrono un ruolo determinante net cornmercio marittimo, e nonostante I decreti avversi, furono pochi I paesi in cui gli ebrei, net Medioevo, godettero di map-ion liberty che in queste terre. Attualmente, la presenza israeliana e minima.

Su queste stone e racconti mi informa in maniera esaustiva ii rnio buon amico Alfonso Silvan, traduttore di Cavafis e Elytis che, per molt° tempo, vage saggiamente per le lontane locality di ‘Taormina e della .,171agna Grecia, fino at punto di assimilate la loro lingua divenuta canto.
E come non ricordare ii passaggio di Lawrence Durrel attraverso queste terre, raccontato net sun libro di viaggio Carrusel Sicilian°, in cui dedica una nostalgica poesia a questa «vecchia montagna del Toro», che non resisto alla tentazione di trascrivere, benche solo parziahnente. Recita cosi: «Quale remoto viaggio possiamo augurare agli amici per minare la loro assenza con nostro ricordo.»

Ricordí.. R.icordi, di scritti.? Adesso ci. vengono in ausilio quelli del filosofo greco Empedocle. Questo agrigentino, convinto di avere origini divine, proferí d.elle parole che esprimono una profonda rnisantropia: «Da che altezza e con quanta gloria sono stato gettato su questa. miserable terra per mischianni a volgarí bipedfl». E ínízió a círcolare la leggenda secondo la quale si era gettato nell’Etria, dal momento che í suoi pantaloncini erano stati visti mentre penzolavano dal bordo del cratere. Anche se si presume che gli dei non usino i pantaloncini; indumento -suppon.go- indossato, invece, da Goethe, l’olimpico Giove di Weimar, guando, durante una bella primavera siciliana, percorse a piedi «il monte del forno». Monte, pennacchio innevato, ritenuto it piti alto della Ten-a dagli antichi navigatori del Mediterraneo.

Faccio ritorno a questa. isola, circondata da quell’oceano di leggende e sogni che é la Biblioteca. Di fronte a me, meravigliosamente ‘rilegata’, Laura, ji cui luminoso sorriso mi ricorda le donzelle scorte in quella biblioteca di acqua, rnuschio e pietra che é Taorrnina, la cittá che, come direbbe Eschilo, porta con sé «ji sorriso infinito dele onde del mare».
La .Alagna Grecia, sorgente di poesia e di vita. Rotta di un viaggio al quale la Biblioteca suole condurre. Taormina ci accoglierá, ora e sempre, con cuore e mani roventi.

Shalom!
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– Copyright © 2007: 141oTse Rallinani
Trad. Laura Nangano

Acerca de Antonio Escudero Ríos

Nació en 1944 en Quintana de la Serena, Badajoz. Hizo las carreras de Filosofía y Publicidad en Madrid en donde reside desde 1960. Es editor literario e investigador de Judaica. Ha realizado ediciones facsimilares de la Guía de los Perplejos, el Cuzarí y de la obra de Isaac Cardoso. Dirigió las Jornadas Extremeñas de Estudios Judaicos en Hervás, en 1995, con Haim Beinart. Fue Director de las Actas del mencionado Congreso, publicadas en 1996. Colaborador en las revistas judías Raíces, Los Muestros, Maguem y Foro de la vida judía en el mundo, entre otras publicaciones. Creador, junto a otros entusiastas, de la Orden Nueva de Toledo, Fraternidad dedicada a la defensa plural de Israel y el Líbano cristiano, así como combatir el antisemitismo. Ha plantado miles de árboles, y construido, con Don Jaime Botella Pradillo, un jardín dedicado a los Justos de las Naciones en Las Navas del Marqués, en tierras de Castilla.

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