IL GIARDINO DEI GIUSTI

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A Moshe  Bejski, Selena Simonatti e Gabriele Nissim, con riconoscenza.
Stá in silenzio davanti al Signore et spera in Lui.
 Salm.37,7

Un luogo saturo di mille delizie. Ecco eos’e it giardino di Isabel. Un vivaio chiuso al mondo e alle sue urgenze. Una cavity dove si accordano i venti e le brezze, it rumore degli uccelli e le penetranti vibrazioni degli insetti. Tra la Estacion1111 di scambio e di passaggio e questo lago dove si specchiano nelle notti scure le poche stelle, it giardino di Isabel e la dimora dell’ amore sulle pendici del bassopian.o; un miracolo che parla dell’eterno su questa pendio che forse degrada o forse s’innalza. Quaggiii, in questo luogo mistico, la nuova Judit cospira la morte del tiranno che le impone la sua legge.

E le sue mani, mentre sfoltiscono le spesse erbacce, ricordano la figlia di Israel che trascina la testa del despota per i crespi capelli. Ma allo stesso tempo, che immagine di seduttrice, quanta bellezza! I suoi occhi, proprio come quelli di Tamar, sono porte della casta eroina. Pretendono amore e ricordano alla virility it suo debito. Giglio e Bello nel giardino delle mule essenze. In questo sinuoso giardino dove Lei cospira contra di Lui; e to accusa di credersi it Solo.

E instancabile, la bella bambina non smette di accusare, portando in ogni gesto arguto — come resistere al suo incanto? — ogni possibile fondamento alle sue ragioni. Oh, al centro di questo eden imbevuto di essenze ebraiche, poiche intessuto da suo fratello Antonio, l’ebreo di Quintana, mentre ripete, instancabile, proverbi talmudici, si occupa di ogni seme, di ogni stela e di ogni foglia, con la scrupolosita di un discepolo di Linneo e la devozione di quei giovani che perseverano nello studio del prima dei sei ordini della Misna, i1 Zera’irn, che come si sa, si occupa dell ‘agricoltura.


Ma in ogni caso, i cipressi che con infinita cura it fratello Antonio, in onore dei giusti, ha piantato in questo luogo che custodisce misteri, puntano al cielo come vette di alberi maestri. E it sole, solcando it suo azzurro mare, disegna assieme a quelli, sul verde che degrada, intagli di ombre. Quale segreto nasconde i1 testa che tracciano gli allori? Quali confidenze deposita l’astro rovente copra l’umido muschio della dama dell’Estremadura? Quali tesori suggeriscono i luccichii che percorrono, tremanti come una carezza, quel verdeggiare smeraldo? Sono molti gli animi che si venderebbero per ottenere una risposta.

A ogni modo, e qui che Isabel canta e ricama quelle case d’amore di cui e maestra. E qui dove legge versi che le dedicano i poeti. Dove medita questa non-ragione che e ragione di tutte le ragioni. Come pue it cuore amare tanto e cosi tante case? Lei sola conosce la risposta, sacerdotessa d’amore in quelle discussioni intorno a El Cuzarí, di fronte a quei devoti che oggi sembrano aver dimenticato i suoi insegnamenti. 0 forse no. Forse quello che lei insegnava, sebbene non possa essere fino in fondo conosciuto, compreso ne concepito, non pue neanche essere dimenticato.

Forse, poiche l’amore e cosa strana, cie che semplicemente accade e che it pensiero, che si agita in nome suo, non riesca mai a dargli una forma imperitura. Cie che lei insegna, o piuttosto, cio che la sua esistenza svela a coloro che hanno avuto la fortuna di condividere con lei qualche istante, si rispecchia certamente nei libri che ha scritto durante la sua attivita di insegnamento. tuttavia, nel fervore con cui lei si 6 abbandonata alto studio dell’ebraico, un amore che forse mai potra essere totalmente rivelato.

Qualcosa che non potra mai cessare di essere, in essenza, un timido segreto. Ma, nonostante questo, esiste senz’altro un’isola governata Ball’ amore di cui Isabel e profeta. E forse quel giardino dei giusti a Las Navas de Marqués non e altro che la strada che a quella conduce. E curioso pere che, essendo un luogo a cui ci conduce l’amore, che e sempre impresa giovanile, anche quando ci sentiamo vecchi, stanchi, sazi, consumati, it fatto di ricordare it giardino di Isabel.

orden-toledo

Acerca de Antonio Escudero Ríos

Nació en 1944 en Quintana de la Serena, Badajoz. Hizo las carreras de Filosofía y Publicidad en Madrid en donde reside desde 1960. Es editor literario e investigador de Judaica. Ha realizado ediciones facsimilares de la Guía de los Perplejos, el Cuzarí y de la obra de Isaac Cardoso. Dirigió las Jornadas Extremeñas de Estudios Judaicos en Hervás, en 1995, con Haim Beinart. Fue Director de las Actas del mencionado Congreso, publicadas en 1996. Colaborador en las revistas judías Raíces, Los Muestros, Maguem y Foro de la vida judía en el mundo, entre otras publicaciones. Creador, junto a otros entusiastas, de la Orden Nueva de Toledo, Fraternidad dedicada a la defensa plural de Israel y el Líbano cristiano, así como combatir el antisemitismo. Ha plantado miles de árboles, y construido, con Don Jaime Botella Pradillo, un jardín dedicado a los Justos de las Naciones en Las Navas del Marqués, en tierras de Castilla.

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